Scuola: gite d’istruzione per migranti alla Penny Wirton

È tempo di gite d’istruzione. E la Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti, non fa eccezione. A Trieste, un’allegra brigata di studenti pakistani, accompagnati dalle volontarie, è andata in visita al Museo civico d’arte orientale.

Gita al Museo con i migranti

di Marina Del Fabbro

Aprile e maggio, si sa, sono per tutti gli studenti i mesi di qualche viaggio di istruzione o uscita didattica. Anche per noi della Penny Wirton di Trieste. Per cominciare abbiamo pensato di proporre un’uscita in città ad alcuni ragazzi pakistani della comunità di minorenni che seguiamo da qualche mese. Meta: il Civico Museo d’Arte Orientale con cui si va sul sicuro. I pezzi che espone sono troppo affascinanti, incantano chiunque.

“Attaulah, Imran, Zubair: che cosa dite di un giretto assieme in centro giovedì pomeriggio?”, chiedo ai ragazzi.
“Molto bene, maestra, museo molto bene”, rispondono in coro.

Gli studenti hanno sgranato gli occhi davanti ai grandi vasi di porcellana cinese finemente decorati con uccelli fantastici e terrificanti draghi, si sono aggirati curiosi fra gli strumenti musicali e le maschere del teatro Kabuki, e ci hanno chiesto di fotografarli accanto ai sontuosi abiti di seta cinese, gli armadi intarsiati ma soprattutto accanto alle armi giapponesi e alle armature da samurai.

Tutto il pomeriggio è stato piacevole: una foto abbracciati al grande tallero da poco eretto in piazza Ponterosso, in onore di Maria Teresa d’Austria, una sosta nel più prestigioso caffè cittadino di piazza Unità che guarda sul mare, un gelato in una rinomata gelateria. Ma anche una breve visita a Sant’Antonio, chiesa cattolica neoclassica di grandi dimensioni e nella vicina suggestiva chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione, sfavillante di luci, ori e icone argentate dove hanno voluto, loro musulmani, guardare tutto e anche accendere qualche candela. Ancora un’occhiata alla Bomboniera, elegante pasticceria di tradizione viennese e si rientra.

“Ciao ragazzi, vi mando le foto. Ci vediamo lunedì”, li saluto e invio gli scatti di questa bella giornata.

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