Giovani e migranti: un’emozione per sempre

Dal liceo classico Augusto di Roma arriva la testimonianza dolce e toccante di Valeria Bueti, studentessa della IV D, che racconta ai suoi coetanei l’esperienza dei progetti di alternanza scuola lavoro.

Con la scuola lavoro alla Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti, ragazze e ragazzi giovanissimi possono testare sul campo le loro capacità nell’insegnamento, accrescono la loro autostima grazie ai risultati che non tardano a farsi vedere attraverso il rapporto uno a uno ma soprattutto incontrano adolescenti come loro con bagagli di storie e di cultura completamente diversi.

Alla Penny Wirton la scuola lavoro è un modo per formarsi ma anche il laboratorio in cui si sperimenta la società che abbiamo in mente per il futuro: multiculturale e inclusiva.

Un’emozione per sempre
di Valeria Bueti

“Momenti che restano così, impressi nella mente: un’emozione per sempre”, con questa citazione dalla canzone di Eros Ramazzotti posso sintetizzare il mio percorso alla Penny Wirton, durato ben due anni.
Tutto è iniziato per caso: scelsi questo progetto di alternanza scuola lavoro perché desideravo testarmi, volevo capire se il sogno della mia vita, diventare una maestra (specializzata nel metodo Montessori), fosse realmente la strada giusta per me. Interruppi il percorso, con immenso dispiacere, a febbraio 2020, perché avrei dovuto completare le ore previste di Pcto con un progetto al quale avrebbe partecipato la mia classe: questo però non venne svolto a causa della pandemia, iniziata a marzo.

IN PRINCIPIO

A settembre 2020, quindi, per mia scelta, consapevole e decisa, ripresi a frequentare la Penny Wirton. Il mio obiettivo principale era soprattutto poter rivedere Ramim, il bambino che avevo seguito nei mesi precedenti, con il quale avevo instaurato un bellissimo legame. Ricordo che la professoressa coordinatrice della mia classe mi chiese: “Valeria sei sicura di voler riprendere lo stesso percorso dello scorso anno? Non vuoi provare qualcosa di nuovo?” Io le risposi che sì, ero sicura: avevo trovato la mia via, che senso avrebbe avuto intraprenderne un’altra?

Il nostro cammino deve basarsi su ciò che ci piace fare realmente, su ciò che ci fa battere il cuore, che ci emoziona sempre di più. Nel caso contrario, infatti, ogni attività ci risulterà pesante da svolgere, ci annoierà. Come disse il filosofo cinese Confucio: “Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare nemmeno un giorno in vita tua”.

IL MOTIVO

Questo fu, dunque, il motivo della mia scelta, che rifarei anche tutti i giorni. La Penny Wirton è molto importante per me, anche perché mi ha permesso di acquisire una sempre maggior fiducia in me stessa. Il primo giorno ricordo che avevo paura di non essere all’altezza, di non saper cosa dire. Poco dopo l’inizio della lezione, invece, la signora che mi affiancava sostenne di potermi lasciare da sola con lo studente perché “la ragazza è in gamba”, disse. Non si può spiegare l’emozione che ho provato in quell’istante. Il ragazzo che seguivo era arrivato in Italia da poco più di una settimana, non conosceva neanche una parola di italiano: ho iniziato quindi a indicare i colori, gli oggetti e alla fine siamo riusciti a capirci e anche a divertirci.

LA SCUOLA

Mi è piaciuto subito anche l’ambiente: la stanza è ricca di materiale, libri, giochi, che hanno suscitato in me il ricordo del materiale montessoriano che da piccola ho usato a scuola, dalla materna fino alla conclusione della scuola secondaria di primo grado.  

ESPERIENZA ED EMOZIONI

Uno tra i fatti più belli in assoluto, però, è sicuramente ciò che ho saputo ieri pomeriggio da Letizia: come tutti i venerdì, si è tenuta la “nostra” lezione, ormai non più nostra. Io ho concluso infatti il mio percorso la scorsa settimana, quindi ieri Ramim e Letizia hanno conosciuto un nuovo ragazzo, che mi sostituirà per le prossime settimane. Mi è stato riferito che si è sentita la mia mancanza e soprattutto che hanno scherzato dicendo che “Valeria però sa usare meglio la lavagna”. Mi dispiace molto per quel ragazzo, io al suo posto mi sarei demoralizzata tantissimo (sono sicura che presto riuscirà anche lui a farsi apprezzare). D’altra parte però sono molto fiera di quanto ho, abbiamo, costruito in questi mesi e orgogliosa dell’utilità del mio lavoro e della passione impiegata. È proprio così che la Penny Wirton mi ha permesso di farmi sentire: utile, indispensabile per qualcuno che ne ha molto bisogno.

È stata un’esperienza fantastica che auguro a tutti di poter vivere, almeno una volta nella vita.

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