Volontariato: quando la Dad è incontro

Continuano ad arrivare testimonianze sulla didattica a distanza attivata da molte sedi Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti. Stavolta da Roma la volontaria Letizia Perticarini ci racconta l’esperienza con Jabar, un uomo pakistano, padre di sei figli e che fa il barbiere, affiancata dalla giovane studentessa Giorgia Dodaro. E così, siccome tre è meglio di due, nonostante la distanza e il filtro dello schermo le loro lezioni sono già il punto di partenza di nuove relazioni umane.

QUANDO LA DAD DIVENTA INCONTRO
di Letizia Perticarini, con Giorgia Dodaro

Seguo in didattica a distanza dal 22 settembre Jabar, un ragazzo, o forse meglio dire un uomo padre di sei figli e proveniente dal Pakistan. Ha un lavoro, fa il barbiere. Può fare lezione solo una volta a settimana ma ha una gran voglia di imparare la nostra lingua. Abbiamo svolto nove lezioni di due ore ciascuna e da un mese si è unita a noi Giorgia Dodaro, una studentessa del liceo Giulio Cesare di Roma che ci affianca in Pcto. Quello che un tempo era vietato far entrare in classe (cellulari, smartphone, tablet) è diventato indispensabile in questo periodo di emergenza pandemica e dunque grazie ai nostri telefoni e a una chat creata ad hoc per le nostre lezioni riusciamo a chiamarci, vederci e comunicare informazioni, esercizi da svolgere e compiti da assegnare a Jabar e correggere insieme.

IL DIARIO DI GIORGIA

In un estratto del suo diario, poco dopo la metà di novembre, Giorgia scrive: “La lezione di oggi è stata particolarmente significativa per il livello di conoscenza a cui è giunto Jabar. Abbiamo deciso di focalizzarci sul racconto della sua giornata e Jabar, dopo un po’ di tempo, è riuscito a riscriverla sul quaderno, trasformandola in una vera e propria storia. Oggi io e Letizia abbiamo visto i frutti delle nostre lezioni insieme, ma non per questo abbiamo smesso di dare nuovi spunti di riflessione a Jabar. Ha infatti coniugato al presente e al futuro alcuni verbi e composto degli esempi per ciascuno di essi. E nonostante non stesse benissimo fisicamente, è riuscito anche a concludere il primo esercizio del test di auto-verifica. Sono davvero contenta di come stiamo riuscendo piano piano a interagire sempre di più tra di noi e del percorso che stiamo costruendo”.

MAGIA DELLA TECNOLOGIA

Tutto ciò mi fa pensare che in questo particolare momento della nostra vita, la tecnologia si è rivela uno strumento non solo utile ma indispensabile per continuare a offrire un sostegno a tante persone disagiate e meno fortunate di noi. Ma la cosa più straordinaria è che anche con la didattica a distanza che ci ha colto tutti un po’ impreparati e nonostante le difficoltà che abbiamo incontrato per farla partire siamo riusciti a generare relazioni umane, emozioni mentali e corporee che stanno trasformando i nostri studenti da “spaesati” a “incantati”, persone che ancora una volta possono ammirare insieme ai nostri volontari, il mondo della conoscenza.

NON SOTTOVALUTIAMO LA PRESENZA

Non è scontato ricordare l’importanza della presenza, del contatto fisico e della socializzazione ma attraverso la lettura di uno dei diari di Giorgia e i compiti di Jabar a me sembra che questa mancanza e il disagio che ne deriva siano stati superati.
Volevo dirvelo! Grazie alla Penny e a tutti coloro che la sostengono!

IL QUADERNO DI JABAR

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