Accoglienza: lo sfondo naturale

L’accoglienza alla scuola Penny Wirton “è lo sfondo naturale e indispensabile per ogni lezione e incontro. Insegniamo la lingua italiana gratuitamente, sì, ma lo facciamo anche con rigore e non abbiamo mai pensato di farlo con mera efficienza”. E’ così che Luce Lenzi, fondatrice insieme a Eraldo Affinati della scuola Penny Wirton, racconta oggi, a undici anni di distanza dalla prima lezione, il significato della parola “accoglienza”. “La persona con cui entriamo in contatto deve sentire che a noi interessa la sua possibilità di farsi capire, di capire chi ha intorno, di trovare un suo spazio fra noi – aggiunge Luce -. E’ questo lo spirito che ci ha caratterizzato fin dall’inizio, quando eravamo soltanto tre insegnanti e due studenti”.

Insomma, cinque amici al bar e poi è venuto tutto il resto? Luce sorride e racconta: “Più che al bar la scuola è nata in un locale della chiesa San Saba all’Aventino. Era il 2008 ed eravamo soltanto io, Eraldo Affinati e Nadia Resta come insegnanti. Gli studenti erano due ragazzi afghani, Arif e Malik. Si trattava di accogliere due amici che al mattino seguivano le lezioni di Eraldo alla Città dei ragazzi, si trattava di invitarli fuori da una cerchia protetta a incontrare altre persone”.

E poi? “Poi presto arrivarono altri studenti: romeni, moldavi, bengalesi dai Centri di pronto intervento minorile e poi altri migranti, uomini e donne di diverse età che ci avevano visto passando in parrocchia: facemmo posto anche a loro e in breve tempo il passaparola, e il contagio come dice Eraldo, fecero il resto”. E infatti, già nel primo anno, la scuola Penny Wirton in breve tempo poteva contare circa 20 volontari per oltre 30 studenti, che parlavano di “una scuola amichevole, che non ti mette mai in difficoltà ma ti viene incontro, che ti sorride”, sottolinea Luce. Da allora e fino ad oggi la scuola Penny Wirton accoglie sempre con lo stesso stile.

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