Ius Scholae: appello Penny Wirton al governo

Eraldo Affinati e Luce Lenzi, fondatori della Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti, invitano ad aderire all’appello per l’approvazione della legge sullo Ius Scholae.

Noi conosciamo tanti ragazzi nati in Italia da genitori immigrati che non sono riconosciuti giuridicamente italiani. Omar è un sedicenne di Torpignattara, quartiere capitolino. Suo padre e sua madre vengono dall’Egitto. Lui ha visto la luce nell’Urbe imperitura, come la sorella Fatima, con la quale condivide la medesima sorte. Hanno frequentato le nostre scuole. Parlano con spiccato accento romanesco. Perché negare a entrambi, adesso non domani, l’uguaglianza giuridica?

La loro presenza alla scuola Penny Wirton, dove insegniamo gratuitamente la lingua italiana agli immigrati in cinquantaquattro associazioni sparse lungo l’intero territorio nazionale, si è rivelata decisiva: essendo studenti impegnati nei Pcto (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, ex Asl, Alternanza Scuola Lavoro), ovverosia le ore di tirocinio che ogni allievo delle scuole medie-superiori è tenuto a svolgere, li abbiamo formati quali docenti di italiano ai loro coetanei immigrati. Omar parla arabo, quindi possiamo immaginare l’importanza cruciale del suo ruolo nei confronti di Ismail, appena arrivato dalla Tunisia. Vederli seduti al banco insieme a studiare i tempi verbali rappresenta uno spettacolo emozionante e in molti sensi istruttivo: il minorenne non accompagnato ospite di un centro di accoglienza che prende lezione da un suo coetaneo figlio di una coppia di immigrati.

Osservando i due adolescenti posti uno di fronte all’altro, è difficile trattenere lo sconcerto nel verificare il ritardo istituzionale che la loro relazione testimonia: il docente di italiano non è riconosciuto italiano!

Sono anni che ciò accade sotto ai nostri occhi: ragazze e ragazzi figli di genitori congolesi, senegalesi, bengalesi e via dicendo, giovani perfettamente italofoni, in tutto e per tutto, al punto tale da essere utilizzati come preziosi mediatori didattici per facilitare l’integrazione delle prime generazioni, i quali secondo la legge non potrebbero recarsi all’estero senza permesso, quindi, ad esempio, partecipare ai programmi Erasmus. Si tratta di un anacronismo intollerabile.

A guidare le fila del nuovo consorzio umano, traghettando tutti noi verso la metà del Terzo Millennio, saranno proprio questi ragazzi, uno appena arrivato nel Bel Paese, pronto a imparare la nostra lingua per iscriversi a scuola, trovare un lavoro e chissà magari sposarsi e fare dei figli, l’altro che gliela sta insegnando, perché lui in Italia ci è nato, ci è cresciuto, ci è vissuto, ma è ancora in attesa di ottenere la cittadinanza.

Per questa ragione le associazioni Penny Wirton rivolgono un appello al governo italiano affinché approvi nel più breve tempo possibile lo ius scholae.

Per adesioni: redazione@iquadernidellapennywirton.it

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