Volontariato: da Lucca al cuore, le testimonianze

Dalla Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti, di Lucca riceviamo e pubblichiamo le testimonianze dei volontari che ci mostrano il delicato passaggio dalla didattica a distanza al rientro in presenza nelle sedi, tra vecchie abitudini ritrovate e nuove consuetudini da costruire.

Volontariato: da Lucca al cuore

Maria Antonietta
L’impossibilità degli incontri in presenza, con le lezioni al pc o al cellulare, aveva rattristato tutti, volontari e migranti. Non vedevamo l’ora che finisse per tornare alla didattica reale. Perdere un anno è stata una disgrazia per tutti gli alunni ma per i nostri ancora di più, isolati al quadrato. Finalmente a novembre siamo tornati con l’entusiasmo di una liberazione. Ci stiamo abituando a questo nuovo modo di lavorare ovattato, in punta di mascherina e disinfettante, ma i ricordi dei bei tempi passati, di animazione e risate ancora ci tengono compagnia. Qui a Lucca è la prima volta che ci troviamo uno a uno in modo rigoroso, eravamo sempre uno a due minimo e a i ragazzi piaceva il confronto continuo per lo stimolo che offre avere dei compagni di studio. Siamo riusciti però con orgoglio a salvare la nostra tombolata didattica di natale con dolci premi. Confidiamo nel 2022.

Antonella
Non ho usato la didattica a distanza e sono stata felice della ripartenza. Quando abbiamo cominciato la scuola, avevo già iniziato un percorso di conoscenza e didattico con due minori albanesi che poi sono venuti alla Penny Wirton. Il mio obiettivo è dar loro un minimo di basi per vivere nel nostro mondo. In un incontro presso la struttura che li ospita, mi sono trovata con quattro ragazzi e ho insegnato loro a giocare a sette e mezzo quasi tutto in italiano. Dico che, se si trovano dei trucchetti, anche i più silenziosi si svegliano

Monica
Ragioni di salute mi tengono lontana dalla Penny con mio grande rammarico e nostalgia, ma non ho mai perso i contatti con i miei ragazzi, infatti sia lo scorso anno che questo, continuo a lavorare come posso con Skype, Whatsapp, mail (in questa occasione fanno comodo anche le tecnologie). Certo, non è come lavorare in presenza dove a volte basta un gesto, uno sguardo per creare un’intesa perché secondo me la Penny Wirton non è solo un luogo dove si studia italiano ma è anche un luogo di inclusione a largo raggio, soprattutto affettiva. Spesso ai nostri alunni manca un “affetto” in più, sentirsi parte di una comunità. Continuerò a collaborare anche se spero che le cose possano migliorare. È bello sentirsi parte di questa famiglia.

Ilaria
La ripartenza dopo oltre un anno e stata stimolante pur nelle difficoltà e i limiti della situazione. Prima gli studenti erano tanti e i tavoli affollati, ora le rigide normative anti Covid impongono il distanziamento. Comunque anche in questa situazione ci sono, a mio parere, aspetti positivi. Il rapporto individuale è rafforzato e si crea una relazione più diretta, un’intesa più amichevole e soprattutto si riesce a comunicare e a parlare di più e meglio con gli studenti. Questo va sicuramente a vantaggio del loro percorso didattico e formativo.

Marcello
Abbiamo ripreso gli incontri del mercoledì alla Penny Wirton di Lucca, nella bella sala dell’Agorà. Un pezzo della “vita di prima” che ritorna. Siamo in pochi, distanziati, mascherati,certificati, in una bella stanza che, non troppo tempo fa, accoglieva tanti ragazzi e ragazze vocianti e pieni dì vitalità. Ora c’è un’atmosfera quasi sobria, un po’ silenziosa e un po’ timorosa. Ma tutta la gioia nascosta chissà dove, è esplosa con la tombola delle parole, che prevede dolci regali per i vincitori (un po’ tutti). È bello vedere Piero, Ramesh, Subodh e alcuni altri che vengono dallo Sri Lanka, dal Nepal o da qualche parte dell’ Africa, cercare sulle cartelle la parola: castagna o stivale o fiore. Un po’ di vita è tornata, per loro ma soprattutto per noi, ma non diciamolo troppo forte, per non svegliare qualche “daimon” dispettoso, che vuole rinchiuderci tutti di nuovo.

Maria Teresa
Sono entrata alla Penny solo quest’anno e, pur nella situazione particolare dovuta alla pandemia, sono proprio contenta di partecipare ad un’esperienza didattica, sociale, soprattutto umana, davvero positiva e gratificante. Ho trovato un gruppo di volontari che, anche provenendo da percorsi professionali diversi, propongono con impegno e tanta passione l’apprendimento (fondamentale) dell’italiano, insieme all’ascolto e a relazioni affettive significative e di amicizia, specialmente con immigrati giovani e soli. E gli studenti, anche se limitati nel numero, possono con più fiducia esprimere sé stessi e la loro cultura, in un’opportunità di semplice e reale integrazione. Spero proprio che nei prossimi mesi (anche per il ritorno a condizioni di vita più normali) il rapporto personale e didattico tra noi colleghi e con gli studenti si approfondisca ancora, nello spirito della Penny Wirton.

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