Accoglienza? È questione di stile

di redazione

Accogliere: alla Penny Wirton è questione di stile. Accogliere viene dal latino accollĭgĕre, che a sua volta deriva da collĭgĕre “cogliere, raccogliere” (fonte Treccani). Oggi nel significato più comune è usato nel senso di “ricevere nella propria casa”. Ed è così che si viene accolti alla scuola Penny Wirton dove  “accogliere vuol dire ti prendo come sei; vuol dire cercheremo di capirci e ci metteremo d’accordo; vuol dire mi dà gioia vedere il tuo sorriso, mi fa stare bene farti sapere che hai trovato qualcuno che ti rispetta, che si interessa di te, che ti aiuterà”, spiega Luce Lenzi fondatrice, insieme a Eraldo Affinati, della scuola Penny Wirton.

L’accoglienza è il valore principale alla scuola Penny Wirton e per questo i volontari prima di insegnare ricevono una vera e propria formazione e non semplici informazioni. Ai volontari, racconta Luce, “spieghiamo subito che questa è una scuola-non-scuola, una scuola senza classi, senza registri e senza un professore in cattedra, senza appello, senza prove di verifica, senza voti, promozioni o bocciature”. Soprattutto alla scuola Penny Wirton non ci sono i programmi da rispettare perché “ognuno farà tutto quello che può fare – sottolinea Luce –. Per noi ogni persona è un programma: c’è chi imparerà di più e chi di meno. Non importa, ognuno ha i suoi tempi e le sue inclinazioni”.

Questa caratteristica fondamentale rende la scuola Penny Wirton “piacevole e allo stesso tempo un buon banco di prova anche per molti studenti liceali o universitari tirocinanti che da un lato si cimentano nella responsabilità dell’insegnamento e dall’altro scoprono nuovi modi di comunicare e instaurare relazioni umane, al di là del linguaggio della parola”, conclude Luce.

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