Volontariato: Buba & Ale, amici senza frontiere

Dalla Penny Wirton Calabria arriva la storia dell’incontro, prima virtuale e poi reale, tra una volontaria e uno studente gambiano: entrambi nuovi nella scuola di italiano gratuita per migranti, imparano a conoscere uno il mondo dell’altro. E ne nasce una bella amicizia, senza frontiere di alcun tipo.

Il mio amico Buba
di Alessandra Falduto

Buba viene dal Gambia, ha 37 anni e lavora in un albergo a Quattromiglia di Rende, in provincia di Cosenza. È qui in Italia da circa un anno e parla poco l’italiano: la difficoltà principale – mi ha spiegato più volte – non sta tanto nel comprendere, quanto nell’esprimersi nella nostra lingua. Io e Buba siamo entrati in contatto per la prima volta con una telefonata e il nostro colloquio si è svolto in modo piuttosto complicato: parecchie parole in inglese e qualcuna in italiano, intervallate più volte da incomprensioni dovute alla modalità di comunicazione. Nonostante ciò, siamo riusciti a presentarci e a concordare giornate e orari in cui fare lezione.

È stato in quel momento che ho iniziato a realizzare sul serio le responsabilità che un compito di questo tipo comporta. Si tratta della mia prima esperienza di insegnamento e mi interrogo costantemente sulle mie capacità di dare una mano a Buba in maniera concreta. Finora stiamo procedendo a piccoli passi, ma è bellissimo assistere al suo entusiasmo ogni volta che riesce a ricordare una parola oppure a completare correttamente un esercizio. Noto senza dubbio dei progressi rispetto a quando ci siamo conosciuti, soprattutto nella conversazione: non solo risponde alle mie domande, ma vuole farmene anche lui, ed è curioso di sapere tante cose di me e del Paese che lo ospita.

Finora, purtroppo, non è stato possibile far ripartire in presenza le attività della Penny Wirton di Rende a causa di problemi logistici, per cui stiamo facendo lezione a distanza, nella speranza di poter riavere presto una sede. Nel frattempo, comunque, io, Buba e Marco Gatto ci siamo organizzati per incontrarci di persona. Buba ci ha parlato di sé, del suo lavoro, dei suoi amici africani che vivono a Rende e a Cosenza, della sua passione per la musica e per lo sport… Ci ha raccontato qualcosa delle sue esperienze pregresse in Germania, in Svizzera e in Austria e ci ha parlato della sua numerosa famiglia e dei suoi fratelli che si trovano in giro per l’Europa, mostrandoci alcune foto sul cellulare. Noi, a nostra volta, ci siamo raccontati prendendo le mosse dalle sue domande.

Abbiamo mangiato un gelato tutti e tre insieme e, alla fine, Buba si è preoccupato per il fatto che il contenuto della sua coppetta fosse un po’ straripato, sporcando il tavolino del bar a cui eravamo seduti. Si tratta di una cosa che a me succede quasi sempre, quando mangio un gelato: in un modo o nell’altro, qualche piccola parte deve andare a finire in posti inopportuni. E infatti, poco dopo averne parlato con Buba, ho notato una macchiolina nel bel mezzo della maglia che stavo indossando!

Quello con Buba è stato un incontro non del tutto privo di difficoltà, ma certamente molto intenso. Confrontarsi con una cultura diversa dalla propria rappresenta uno stimolo a mettersi costantemente in gioco e a considerare in maniera diversa determinate acquisizioni, spesso date per scontate. Per questo motivo, insegnare con la Penny Wirton è un’esperienza affascinante ed estremamente arricchente.

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